Amaranto, il cereale non cereale

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cereale amaranto

 

L’Amaranto Ricco di amidi e proteine facilmente assimilabili, è simile a un cereale senza contenere glutine, quindi perfetto per l’alimentazione dei celiaci… ma non solo!

Un mio articolo sulla rivista “Vivere light” di Maggio 2015

L’amaranto non fa parte delle Graminacee, bensì delle Amarantacee, per cui, come il grano saraceno e la quinoa, non può essere considerato un vero e proprio “cereale”. Originario del Centro America, l’amaranto era un alimento fondamentale per gli Aztechi e gli Incas: da tempo dimenticato, è stato “riscoperto” in USA negli anni ’60, ma è coltivato anche in India e in altre zone del mondo. La coltivazione è piuttosto complessa e di conseguenza il costo è più elevato dei comuni cereali.

Proprietà nutrizionali
L’amaranto è ricco di amidi e soprattutto di proteine facilmente assimilabili, in quantità parecchio superiore rispetto agli altri cereali e con la presenza di lisina (amminoacido essenziale carente nella maggior parte degli altri cereali), cosa che lo rende utile in caso di alimentazione vegetariana. Contiene inoltre calcio, fosforo, magnesio e ferro, ed è una buona fonte di fibre (15%).
L’assenza di glutine lo rende adatto all’alimentazione di chi soffre di morbo celiaco e ai bambini nel periodo dello
svezzamento.
È un buon antiossidante e previene disturbi cardiovascolari e ipertensione. Essendo inoltre povero di grassi, e in particolare privo di grassi saturi, può dare una mano anche a chi deve fare attenzione alla linea ma non vuole rinunciare ai carboidrati. Inoltre, ha un indice glicemico più basso del frumento (anche di quello integrale), grazie all’alto contenuto in fibre e proteine, quindi, evita possibili picchi di insulina dopo l’assunzione e può essere consumato anche dai diabetici.
Proprio per la presenza delle fibre, aiuta a regolarizzare il transito intestinale e a combattere la stitichezza.
Acquisto e conservazione
Non essendo molto diffuso, difficilmente l’amaranto viene venduto nei supermercati, ma lo si può trovare nei negozi di alimentazione biologica, o in quelli specializzati in sementi. Si trova in pratiche confezioni sottovuoto. Una volta aperta la confezione, va conservato un luogo fresco e asciutto, richiudendola con cura e rispettando la data di scadenza. Ha un sapore gradevole, dolce, che ricorda un po’ quello della nocciola. È ottimo cucinato come zuppa con le verdure, ma anche tostato in una padella antiaderente e consumato come snack, insieme allo yogurt, o come ingrediente da aggiungere all’impasto dei biscotti. Bisogna farlo bollire per mezz’ora in un quantitativo di acqua pari a 3 volte quello dei chicchi, oppure cuocerlo per 20 minuti nella pentola a pressione.

Curiosità:
Il nome “amaranto” identifica anche una particolare tonalità di rosso. Non è un caso, perché dalle spighe e dalle foglie di questa pianta si può ottenere questo colorante naturale, che nei rituali degli Aztechi e degli Incas stava a simboleggiare il sangue di una vittima sacrificale.

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